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NOLEGGIO LUNGO TERMINE

Seat

La Sociedad Española de Automóviles de Turismo nasce nel 1950, fiore all'occhiello della Spagna franchista: passata indenne per la Seconda Guerra Mondiale, ma anche economicamente isolata dal resto del mondo, sotto il Caudillo la rincorsa alla modernità passa anche per la motorizzazione di massa, favorita da un accordo con la Fiat. Il capitale sociale originario della Seat, infatti, è per il 51% statale e per il 7% dell'azienda torinese. Nello stabilimento di Zona Franca, vicino a Barcellona, vengono prodotte la Seat 1400 (gemella della prima Fiat a carrozzeria portante), e 1500.

 

Ben presto, la produzione si concentra sulle utilitarie: la 600 che ha motorizzato l'Italia è incaricata di fare lo stesso in terra iberica. Ne viene prodotta anche una strana variante a quattro porte, la Seat 800, prima di lasciare spazio alla 850, sulla falsariga di quanto successo con la Fiat. Del 1968 è la Seat 124, berlina di fascia media, con motori di 1200 e 1400 cm3. Per la Spagna passa buona parte di produzione del Lingotto, dalla 127 alla 131 e alla quasi-ammiraglia 132, fino alla più moderna Panda. Non mancano alcuni modelli autoctoni: la 1200 Sport, che deriva dalla 128 Sport, o la 133, un ibrido tra 126 e 127 che nasce con l'imperativo di contenere i costi. 

 

Risale al 1982 la separazione dalla Fiat: né l'azienda torinese, né lo Stato spagnolo, vogliono assumersi l'onere di una ricapitalizzazione, e la Seat si prepara al cambiamento stringendo accordi commerciali con la Volkswagen, limitandosi a qualche modifica estetica verso i modelli di derivazione Fiat: la Ronda è parente strettissima della Ritmo, la 127 si chiama Fura; la Panda, Marbella e il Fiorino, Seat Terra. Quattro anni dopo, il Gruppo tedesco rileva il 51% di capitale Seat (arrivando presto a un controllo pressoché totale), contribuendo all'eliminazione dei modelli di derivazione Fiat dal listino, a favore di altri di provenienza Volkswagen. Due anni prima, nasce l'Ibiza: progetto autonomo della Seat che attualmente è giunto alla quarta generazione e che costituisce con buona probabilità il modello più rappresentativo per la Casa spagnola. Dopo l'Ibiza, seguono la versione a tre volumi Malaga e i primi modelli Volkswagen: Inca, Arosa, Cordoba, Toledo, Exeo ed Exeo ST, fino ad ad arrivare ai giorni nostri.

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Ibiza

Mii

Leon

La Seat Mii è un’agile citycar che condivide la piattaforma tecnica con la Volkswagen up! e con la Skoda Citigo. La carrozzeria dagli sbalzi contenuti e decisamente compatta (356 cm di lunghezza) la rende l’ideale nel traffico, eppure l’abitacolo è piuttosto accogliente anche dietro: i quattro posti omologati sono “veri”. L'interno è rifinito con semplicità e ha tanti portaoggetti. Mancano, però, le maniglie d'appiglio nel soffitto e i vetri posteriori non sono discendenti, ma si aprono a compasso. Quanto al baule, per la categoria è capiente e ha il fondo regolabile su due altezze. Andate in pensione le versioni a benzina e a metano, la Seat Mii è disponibile soltanto elettrica, mossa da un'unità da 83 CV alimentata da una batteria agli ioni di litio: promette fino a 260 km di autonomia con una ricarica. L'auto è scattante e l'assenza del cambio (al motore a corrente non serve), insieme alla leggerezza dello sterzo, riducono lo stress nel traffico.

Giunta alla quinta generazione, la Seat Ibiza è la prima vettura del gruppo Volkswagen a sfruttare la nuova piattaforma modulare MQB A0, destinata a equipaggiare tutti i futuri modelli lunghi sui quattro metri. Più larga di 9 cm (178 in totale), ha un look reso grintoso da profonde nervature su cofano e fiancate. Tanto lo spazio nell’abitacolo (il divano pare quasi quello di una berlina media). Le plastiche sono ben realizzate, ma non molto morbide al tatto. Comandi e strumenti sono facili e intuitivi: solo il tachimetro, a lancetta, è fin troppo fitto di numeri e trattini. Abbonda la tecnologia: dalla frenata automatica d’emergenza al sistema di ricarica senza fili per smartphone. Pratico il baule: offre una capacità di 355 litri (parecchi) e ha la soglia di carico a 71 cm da terra (non troppi).

Contraddistinta da linee tese e spigoli vivi, la linea sportiva della Seat Leon è stata ritoccata all'inizio del 2017, ma non stravolta: la mascherina è più grande e i paraurti, ridisegnati, hanno le prese d'aria anteriori più grandi; i fendinebbia, più sottili, sono stati spostati nella parte superiore della fascia paracolpi. Quest’ultima generazione, che ha debuttato nel 2012, condivide la piattaforma tecnica con la Volkswagen Golf, e anche le versioni - con opportuni adattamenti - sono quelle collaudate in altri modelli della galassia VW. Su strada la Seat Leon si fa apprezzare per la precisione dello sterzo e per la ben studiata taratura delle sospensioni, abbastanza rigide per esaltare l’agilità fra le curve ma, anche, “rispettose” del comfort. L’abitacolo, di impostazione abbastanza classica, evidenzia una qualità notevolmente migliorata rispetto al passato. Lo spazio è notevole e quattro adulti viaggiano comodi; buona, in rapporto alla lunghezza della vettura, la capacità del baule (380 litri, o 275 in quella a metano). Fra gli optional della Seat Leon non mancano i recenti sistemi di assistenza alla sicurezza, come quello che aiuta a mantenere la propria corsia (apportando piccole correzioni allo sterzo) o quello che previene il colpo di sonno.

 

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Alhambra

Leon ST

Arona

Ventisette centimetri più lunga della berlina dalla quale deriva (e di cui riprende il design sino a… metà carrozzeria), la Seat Leon ST è una wagon dal sapore sportivo non solo per quanto riguarda l’estetica (a inizio 2017 rivista nel frontale, con la mascherina cromata e più grande): le sospensioni “solide” (ma non tanto da compromettere il comfort) la rendono agile e divertente da guidare. L’abitacolo, dallo stile elegante anche se privo di slanci di originalità, si fa apprezzare per l’elevato livello delle finiture - molti i rivestimenti in plastica morbida - ed è comodo per quattro adulti; all’altezza delle aspettative il baule, capace di 587 litri (1470 ripiegando lo schienale frazionato asimmetricamente e provvisto di botola passante per gli sci). L’allestimento “base” Style è già piuttosto ricco. 

La Seat Arona è una crossover compatta derivata dall'utilitaria Ibiza, rispetto alla quale è soprattutto più alta (di 11 cm) e dista 3,8 cm più da terra. Le forme squadrate e spigolose sono moderne, e l'insieme è equilibrato. Ospitale l'abitacolo, più che adeguato per quattro persone, e ampio il baule: ha una capienza da 400 a 1280 litri, e il fondo posizionabile su due livelli; il divano, però, non è scorrevole. Curata nei montaggi (ma le plastiche sono tutte rigide) e lineare nelle forme, la plancia della Seat Arona offre qualche tocco di sportività, come il cruscotto con due ampi strumenti tondi a lancetta e la consolle lievemente orientata verso il guidatore; valida la posizione di guida, anche se il comando delle luci non è comodo e alcune spie sono poco visibili. Su strada, questa piccola crossover soddisfa pienamente per tenuta di strada, maneggevolezza e frenata: si guida facilmente e con piacere. I 1.0 turbo a tre cilindri (a benzina o a metano) sono brillanti ma hanno una rumorosità un po' "ruvida" in ripresa, i diesel hanno un comportamento soddisfacente, ma non sono particolarmente pronti ai bassi regimi. Bene i cambi: quelli manuali sono precisi, il robotizzato a doppia frizione DSG è molto rapido e abbastanza fluido.         

Nel 2015, a cinque anni dal lancio, la Seat Alhambra è stata rinfrescata nel frontale e nella coda. Marginali i ritocchi all’abitacolo, limitati al nuovo volante multifunzione e al fatto che la terza fila di sedili (sette i posti totali) è ora di serie per entrambi gli allestimenti in listino. Di questi, già lo Style (quello d’accesso) è piuttosto ricco, e comprende, fra l’altro, il “clima” trizona, il sistema multimediale con schermo tattile di 6,5” e funzione MirrorLink per usare in sicurezza uno smartphone abbinato, 8 altoparlanti, lettore cd/mp3, ingresso Usb e Bluetooth; di serie per tutte anche l’airbag per le ginocchia del guidatore (mentre sono a richiesta quelli laterali posteriori), il sistema che in caso di incidente evita le collisioni multiple e quello anti-colpo di sonno. La Advance aggiunge l’apertura elettrica di porte posteriori (che sono scorrevoli) e portellone, l’accesso senza chiave, i cerchi in lega di 17” e il sistema di parcheggio semiautomatico Park Assist con retrocamera (utile in ragione dei 485 cm di lunghezza della carrozzeria e della non buona visuale posteriore). Silenziosa, confortevole e ragionevolmente agile in rapporto alla stazza, la Seat Alhambra soddisfa anche per la tenuta di strada. Il motore è un 2.0 a gasolio proposto in due configurazioni con altrettanti livelli di potenza: quello da 177 CV c’è anche con la trazione integrale 4Drive, entrambi montano il cambio robotizzato a doppia frizione DSG.

 

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Tarraco

Ateca

Si tratta di una suv di dimensioni piuttosto contenute, costruita sulla stessa base della Leon e della sua “concorrente” all’interno del Gruppo Volkswagen, la VW Tiguan (che, però, è sensibilmente più grande). Caratterizzata da linee spigolose e sportiveggianti, offre un abitacolo sobrio e rifinito con cura (ma non certo lussuoso), dove quattro adulti viaggiano comodi. Il bagagliaio, molto ampio in rapporto agli ingombri esterni, è adatto alle esigenze di una famiglia. La Seat Ateca è valida per maneggevolezza e tenuta di strada, ed è proprosta con cinque diversi motori, a iniezione diretta e turbocompressi: a benzina  un “mille” a tre cilindri  da 116 CV, un 1.5 da 150 CV e un 2.0 da 190 CV, mentre a gasolio ci sono un 1.6 con 116 CV e un 2.0 da 150 o 190 CV. 

La prima grande suv (è lunga 474 cm) della casa spagnola nasce sulla piattaforma del gruppo Volkswagen utilizzata anche per la Skoda Kodiaq e la Volkswagen Tiguan Allspace. La Seat Tarraco ha un abitacolo spazioso, in grado di ospitare fino a sette persone grazie ai due sedili aggiuntivi (optional) a scomparsa nel baule. Bagagliaio che non è affatto piccolo: la capacità dichiarata per le versioni a sette posti è di 230/700/1775 litri, mentre per quelle a cinque posti sale a 760/1920 litri. A bordo le finiture sono curate e la plancia è moderna: oltre ad avere il cruscotto digitale di serie, al centor sfoggia un bello schermo di 8 pollici per il sistema multimediale. Che non manca di connettività Apple CarPlay e Android Auto. Proprio la dotazione è tra i punti di forza della Tarraco, che ha di serie pure il climatizzatore trizona, i fari full led e diversi sistemi di assistenza alla guida, a partire dalla frenata automatica di emergenza all'allarme anti-colpo di sonno, passando per il sistema contro le uscite accidentali dalla corsia di marcia. Le versioni più ricche hanno anche il cruise control adattativo che regola anche la velocità quando un ciclista occupa la corsia su cui si sta viaggiando. La meccanica prevede versioni a due o a quattro ruote motrici, queste ultime abbinate al cambio a doppia frizione DSG a sette marce (anziché a quello manuale a sei rapporti). Due i motori a benzina, 1.5 TSI da 150 CV e 2.0 TSI da 190 CV, mentre l'unico turbodiesel è un 2.0 da 150 o 190 cavalli. Nel corso del 2020 arriverà una versione ibrida plug-in con 245 CV.

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