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NOLEGGIO LUNGO TERMINE

Lamborghini

Quando al vulcanico Ferruccio Lamborghini, titolare di un'avviata azienda di trattori (e intenzionato anche a costruire elicotteri, ma il Governo italiano pone il veto), il Commendator Ferrari risponde secco: “Non è la frizione della tua Ferrari a slittare, sei tu che sai guidare solo trattori”, ecco che vengono poste le basi per un'avventura automobilistica con pochi uguali. Lo stesso imprenditore lo ricorderà anni dopo, in un'intervista alla Rai: “Da lì allora mi sono impuntato e mi sono detto: adesso la macchina me la faccio io”. Con buona pace della Ferrari 250 guidata quotidianamente, Ferruccio Lamborghini - da buon emiliano - mantiene la parola.

 

Il 7 maggio 1963 nasce infatti la Automobili Lamborghini, con il prototipo 350 GTV presentato al Salone di Torino a tempo di record. E' disegnata da Scaglione, presenta un motore V12 montato in posizione anteriore longitudinale e progettato dall'ex motorista Ferrari Giotto Bizzarrini. Inutile dire che alla trasmissione (con frizione monodisco e cambio a 5 rapporti) è dedicata un'attenzione particolare... Da allora, e in pochissimi anni, le auto con l'effigie del Toro (il segno zodiacale del fondatore) diventano oggetti del desiderio: la Miura e la Countach segnano nuovi limiti per le supersportive; l'Espada e la Jalpa sono progetti minori ma pur sempre importanti (e tale non si può definire la Jarama, perché dichiaratamente la prediletta di Ferruccio Lamborghini), e la LM 002 è la risposta italiana alla Range Rover, con un mare di cavalli in più (il motore è il 5.2 V12 della Countach, e la potenza è di 450 CV).

 

Con il progressivo abbandono di Ferruccio Lamborghini (che finisce i propri giorni nel 1993 dopo avere passato gli ultimi anni vinificando il Sangue di Miura, un particolarissimo rosso dei Colli del Trasimeno), la sua creatura finisce in mano prima della Chrysler (1987), poi a un gruppo d'investimento indonesiano (1994) e infine al Gruppo Volkswagen: corre il 1998 e il primo frutto è la Murcielago del 2001, che sostituisce la Diablo (erede della Miura) e pone le basi per l'attuale Aventador, che compone la gamma Lamborghini insieme alla più piccola Huracàn.

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Aventador

Huracàn

Urus

Questa grande suv ha linee taglienti e un aspetto aggressivo come le coupé della casa italiana. Caratteristiche giustificate dalle prestazioni entusiasmanti della Urus non solo sull'asfalto (i cavalli sono 650 e il retrotreno sterzante favorisce l'agilità), ma anche sulla terra. Il sistema di trazione integrale, le sospensioni ad aria (che possono variare la distanza del fondo dell'auto dal suolo) e i programmi di guida specifici per l'off-road (optional), permettono di muoversi anche nel fuori strada. La meccanica della Urus è condivisa con altri modelli del gruppo Volkswagen (di cui la Lamborghini fa parte), come l'Audi Q7 e la Porsche Cayenne, ma la messa a punto è specifica per questo modello. Moderno (digitale la strumentazione configurabile) e lussuoso (molte le possibilità di personalizzazione) l'abitacolo della Urus è spazioso e proposto in configurazione a quattro o a cinque posti. Grande anche il baule, cui si accede facilmente dal portellone. A titolo di curiosità, ricordiamo che la Urus è la prima Lamborghini di serie dotata di un motore sovralimentato (il V8 è biturbo) e che non si tratta della prima off-road del marchio emiliano: l'ha preceduta la LM002 nel 1986.

Il modello di punta della casa di Sant'Agata Bolognese è la prima Lamborghini di serie con la scocca in fibra di carbonio, leggerissimo materiale che - assieme all’alluminio - è impiegato anche per la carrozzeria. Muscolosa ma filante, la Aventador ha un’aerodinamica curatissima, che sfrutta pure un alettone posteriore a incidenza variabile: gestito elettronicamente, si muove su tre posizioni in base alla velocità, e quando è a riposo “sparisce” a filo della carrozzeria. I 740 CV sprigionati dal V12 di 6,5 litri, abbinato a un cambio robotizzato a 7 marce, vengono trasferiti al suolo da un sistema di trazione integrale a ripartizione variabile, che può inviare tutta la coppia alle ruote posteriori oppure farne arrivare sino al 60% a quelle davanti. La sua logica di funzionamento dipende anche dal Drive Select Mode, che il “pilota” può impostare su Strada, Sport o Corsa modificando di conseguenza anche la risposta del motore, del cambio e dello sterzo. Le ruote hanno diametro differenziato fra avantreno e retrotreno, le sospensioni sono a controllo elettronico e lo sterzo è a demoltiplicazione variabile, con sistema di sterzatura integrale.

La Lamborghini Huracán LP 610-4, erede della Gallardo, è la più “accessibile” delle supercar di Sant’Agata Bolognese. L’architettura del motore è la medesima - si tratta di un V10 di 5,2 litri - e la trasmissione prevede la trazione integrale: aiuta a scaricare a terra i 610 CV di potenza (ottenuti a 8250 giri) e i 560 Nm di coppia massima (a 6500 giri). C'è anche una versione con la sola trazione posteriore, la LP 580-2, con qualche cavallo in meno (579) e di una trentina di kg più leggera. Il dieci cilindri, montato in posizione posteriore-centrale (ossia alle spalle dell’abitacolo biposto), è costruito dalla Volkwsagen e abbinato a un cambio a doppia frizione e sette marce. Di 32 centimetri più corta della Aventador (la carrozzeria misura 446 cm di lunghezza, è larga 192 cm e alta soltanto 117), la Lamborghini Huracán è progettata in funzione del contenimento del peso (1422 kg dichiarati a secco, 1389 per la 580-2 a due ruote motrici) e costruita con ampio ricorso alla fibra di carbonio, integrata con elementi in alluminio. Curatissima la dinamica di guida, complice la possibilità di scegliere diversi programmi di marcia (Strada, Comfort e Corsa) per variare la risposta di motore, cambio, sterzo, sospensioni e aiuti elettronici, oltre alla ripartizione della coppia da parte del sistema 4x4: si può così decidere di privilegiare la reattività nell’uso “estremo” oppure la (relativa) comodità di marcia. Di spiccata impostazione sportiva anche l’abitacolo che, però, non rinuncia a uno stile raffinato e a materiali pregiati: disponibili anche rivestimenti in pelle nappa o Alcantara in numerose combinazioni di colore.

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Aventador Roadster

Huracàn Spyder

La versione aperta della "piccola" Lamborghini ha una capote in tela che si apre e chiude elettricamente in 17 secondi, anche durante la marcia (fino a una velocità di 50 km/h). A comando elettrico anche l'apertura/chiusura del lunotto: viaggiando a cielo aperto, funge da frangivento. Si evita così la turbolenza dell'aria dietro la testa. Ma chi decide di lasciarlo in posizione abbassata viene gratificato dal rombo entusiasmante del motore, che raggiunge le orecchie senza essere ulteriormente attutito. Diverso anche il cofano posteriore, disegnato in modo da costituire il naturale prolungamento degli schienali dei sedili. Trascurabile la differenza di prestazioni rispetto alla versione chiusa: disponibile sia con la trazione integrale sia con la sola trzione posteriore, il suo maggior peso (poco più di 100 kg, dovuto ai rinforzi della scocca e al meccanismo di apertura del tetto) fa salire, secondo quanto dichiarato dalla casa, di soli due decimi di secondo il tempo necessario per raggiungere i 100 km/h con partenza da fermo, mentre un peggioramento della velocità massima di soli 2 km/h testimonia l'efficacia aerodinamica a capote chiusa.

La variante Roadster della più esclusiva e potente delle Lamborghini ha il tettuccio rimovibile: toglierlo richiede pochi secondi e non è troppo faticoso, perché è costruito in fibra di carbonio, diviso in due sezioni e pesa soltanto 12 kg; specifici i montanti del parabrezza e le “pinne” posteriori (che completano l’arcata centrale) verniciati in nero lucido. Anche qui ritroviamo le porte che si aprono verso l’alto, ma cambia il cofano posteriore, la cui esclusiva finestratura con quattro elementi esagonali lascia a vista il motore; la sua conformazione facilita anche il raffreddamento e il deflusso dell’acqua piovana. Il 6.5 V12 è lo stesso della versione chiusa, abbinato al cambio robotizzato a 7 marce (con palette al volante) e alla trasmissione integrale a ripartizione variabile (di norma privilegia le ruote posteriori, ma può trasferire fino al 60% della coppia a quelle davanti); non manca il “Drive Select Mode”, che permette di scegliere fra tre tarature di sterzo, acceleratore e cambio (Strada, Sport o Corsa). Rispetto alla versione chiusa, le prestazioni sono di fatto invariate, dato che l’aggravio di peso (dovuto ai rinforzi della scocca) è limitato a una cinquantina di chilogrammi. Specificamente disegnati i cerchi in lega Dione di tipo alleggerito (-10 kg), di 20 pollici davanti e 21 dietro, e i rivestimenti in pelle color sabbia del lussuoso quanto sportivissimo abitacolo biposto.

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