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NOLEGGIO LUNGO TERMINE

Ferrari

La Ferrari ha per simbolo dal 1923 un cavallino rampante che già fu emblema del compianto aviatore di guerra Francesco Baracca. Tale simbolo fu donato il 17 giugno dalla contessa madre Paolina a Enzo Ferrari nei giorni del Circuito del Savio. Il cavallino è collocato su uno sfondo giallo canarino che ne sottolinea la “modenesità”, figlio dell'estro dell'incisore Eligio Gerosa e subito vincente alla 24 Ore di Spa del 1932. Fondata dal “Drake” il 13 settembre 1939 a Modena in viale Trento e Trieste con il nome originario di Auto Avio Costruzioni, una decina d'anni dopo la scuderia sportiva che utilizzava però vetture Alfa Romeo, la Ferrari è un costruttore di macchine di fascia alta e da competizione nonché il più storico team impegnato in Formula 1, l'unico presente fin dall'edizione 1950 nel Campionato del Mondo. 

 

Il trasferimento a Maranello avvenne nel 1943, anche per minimizzare i rischi di eventuali bombardamenti sulle grandi città della pianura padana, ma l'azienda automobilistica non sfuggì ad attacchi aerei alleati devastanti né nel novembre 1944, né nel febbraio 1945. Prima di assumere la denominazione di Auto Costruzioni Ferrari nel 1957 (cui seguirono SEFAC, cioè Società Esercizio Fabbriche Automobili e Corse SpA il 26 maggio 1960, e Ferrari SpA nel 1965), l'industria emiliana entrò nel vivo della produzione nel 1940 con due soli esemplari della 815 concepita su base meccanica Fiat (8 cilindri, 1.500 cc) per l'ultima Mille Miglia prima della Seconda Guerra Mondiale, affrontata senza troppa fortuna con un imberbe Alberto Ascari e il marchese Lotario Rangoni Machiavelli, per poi produrre altrettante 125S svezzate dal collaudatore ufficiale Franco Cortese nel 1947: quest’ultima fu la prima, vera Ferrari perché, in base a un accordo con l'Alfa Romeo, Enzo non avrebbe potuto usare il proprio cognome per un'automobile sino alla stagione 1942. 

 

Particolarmente votate alle architetture 8 e 12 cilindri a V per i propri motori, le “Rosse” (soprannome dovuto al colore nazionale dell'Italia nelle gare della prima metà del Novecento) spiccano per la loro raffinatezza, qualità costruttiva e per il blasone soprattutto nel ricco mercato nordamericano e nei Paesi dall'economia emergente (fra il 2006 e il 2010 un 5 per cento del pacchetto azionario fu detenuto dalla Mubadala, fondo sovrano d'investimento di Abu Dhabi, e nel 2012 è stato inaugurato il primo museo ufficiale all'estero a Shanghai) dopo essersi affermate in Europa grazie anche alla firma di designer e carrozzieri geniali come Pininfarina, Sergio Scaglietti, Nuccio Bertone e Alfredo Vignale. Il 1969 rappresentò un momento epocale per l'azienda con un primo ingresso della Fiat nel capitale azionario, quota destinata a salire al 90 per cento nel 1988 in occasione della scomparsa del “Drake”, che tuttavia lasciò il restante 10 al figlio naturale Piero. 

 

Attualmente, la Ferrari ha in listino sei modelli, suddivisi fra motorizzazioni V8 (California T e 488) e V12 (FF  e F12 Berlinetta), ma non si può certo negare che nella sua storia siano entrate alcune delle vetture più belle e più desiderate di sempre. Dei 114 differenti modelli di spettacolari vetture realizzate dalla Casa di Maranello fra il 1948 e il 2013 per l'uso stradale, cioè nella gamma compresa fra la 166 Inter del 1948 e la 458 Speciale del 2013, se ne possono convenzionalmente individuare dieci entrate nella leggenda: 250 GT California del 1957, 250 SWB California Spyder del 1960, 250 GTO del 1963, 275 GTB/C del 1975, 512 Berlinetta Boxer del 1976, 288 GTO del 1985, F40 del 1987, F50 GT del 1996, Enzo del 2002 e F12 Berlinetta del 2012. La Ferrari è e resterà in ogni caso nota nel mondo per un pervasivo impegno nel motorsport, che ha interessato gli Sport Prototipi con 15 titoli costruttori, 1953, 1954, 1956, 1957, 1958, 1960, 1961, 1962, 1963, 1964, 1965, 1967 e 1972, 9 vittorie alla 24 Ore di Le Mans, 5 alla 24 Ore di Daytona, 12 alla 12 Ore di Sebring, 7 Mille Miglia e altrettante Targa Florio e 2 Carrera Panamericana. Ma anche nel Gran Turismo, nelle motociclette fra il 1932 e il 1934, pur con mezzi stranieri forniti da Rudge e Norton, e i vari monomarca Challenge nati nel 1993 con le supercar 348, 360 Modena, F340 e 458 Italia, Formula 2 e, soprattutto, la Formula 1. Nel cosiddetto Circus le “Rosse” vantano il record di 15 titoli di campione del mondo piloti, cinque dei quali maturati con Michael Schumacher al volante (conseguiti nel 1952, 1953, 1956, 1958, 1961, 1964, 1975, 1977, 1979, 2000, 2001, 2002, 2003, 2004 e 2007), il primato di 16 iridi fra i costruttori (1961, 1964, 1975, 1976, 1977, 1979, 1982, 1983, 1999, 2000, 2001, 2002, 2003, 2004, 2007 e 2008) e il record di 221 vittorie su 868 partecipazioni in un Gran Premio a tutto il 2013, tutti numeri sicuramente non definitivi...

 

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Portofino

F8 Tributo

488 Spider

Erede della California T, la Ferrari Portofino è una coupé-cabriolet, dotata di un tetto in alluminio che in 14 secondi si ripiega automaticamente nel cofano posteriore. Raffinatissimo l’abitacolo, che si distingue per la configurazione 2+2, ossia è provvisto di due poltroncine posteriori (che, però, non sono comode per lunghi tragitti). L’abitacolo è sportivo ma elegantemente rivestito in pelle, plancia compresa, e il volante multifunzione ospita il caratteristico “manettino” per variare la taratura delle sospensioni e la risposta di motore, cambio ed Esp. Il propulsore della Ferrari Portofino è un raffinato 3.9 V8 sovralimentato da due compressori con turbine twin scroll. Capace di 600 CV e 760 Nm, assicura prestazioni da supercar (la casa dichiara appena 3,5 secondi nello “0-100”) ma anche una curva d’erogazione davvero estesa; unico cambio disponibile è il rapidissimo robotizzato a doppia frizione e 7 marce, azionabile anche tramite le lunghe palette al volante. Vera “tigre” fra le curve, la Ferrari Portofino sa essere anche sorprendentemente comoda ad andature da parata, ovviamente a patto di impostare su Comfort il manettino nel volante anziché tenerlo su Sport (ma non manca la modalità Esc off, riservata ai piloti esperti che vogliono mettersi alla prova in pista).

Questa supercar racchiude in sé due vetture:  un’affascinante spider dalle forme sinuose e, chiudendo il tetto retrattile in metallo, una “cattivissima” coupé. La raffinata soluzione della capote rigida (di realizzazione tutt’altro che facile per un’auto con motore posteriore centrale) è ripresa dalla precedente 458 Spider, ma con un vantaggio in più: nella Ferrari 488 Spider si può azionare con l’auto in movimento fino a 45 km/h. L’aggravio di peso rispetto alla coupé è di soli 50 kg, tra l’altro in posizione vicina al baricentro, quindi non disturbano il comportamento della vettura nelle curve. E infatti le prestazioni sono pari a quelle della versione chiusa, che monta lo stesso V8 biturbo da 721 cavalli: ovviamente, in questo caso il grintoso rombo si sente ancora meglio. Identiche le raffinate soluzioni tecniche che riguardano l’aerodinamica (come il flap a controllo elettronico sotto la vettura o lo spoiler posteriore “soffiato”, un brevetto della Ferrari). L’elettronica entra anche pesantemente nella gestione della dinamica di guida, ma senza togliere un briciolo di piacere al “pilota”: cambiando la posizione del manettino si varia la risposta del cambio robotizzato a doppia frizione a sette marce, del differenziale autobloccante, del sistema di trazione e degli altri controlli. Potentissimi i freni carboceramici. Ciliegina sulla torta, i sette anni di manutenzione ordinaria gratuiti (come per le altre Ferrari di serie).

Questa granturismo a due posti è la quintessenza della sportività: il motore V8 biturbo da 721 cavalli è in posizione centrale per bilanciare al meglio i pesi, e la trazione è posteriore. Le prestazioni della F8 Tributo sono impressionanti, con uno scatto dichiarato da zero a 100 km/h in appena 2,9 secondi e una punta di 340 km/h. A questo si aggiungono le forme seducenti della carrozzeria, che abbinano estetica e funzionalità: per esempio, le prese d'aria ricavate sopra i fari servono a raffreddare ancora meglio i potenti freni carboceramici. Come l'aerodinamica, anche l'elettronica è molto spinta: controlla freni, ammortizzatori, differenziale, cambio e motore in ogni condizione. Ma non lo fa mai in modo invasivo, permettendo al pilota di divertirsi in tutta sicurezza.

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GTC4 Lusso

812 Superfast

488 

Sostituta della FF (lanciata nel 2011), ne conserva l’originale carrozzeria “shooting-brake” (coupé a due porte, ma con tetto allungato e coda da station wagon) che le permette di offrire un’abitabilità non comune fra le granturismo ad alte prestazioni: i due sedili posteriori, avvolgenti e incavati ma non scomodi, sono correttamente dimensionati anche per adulti, e i loro schienali abbassabili consentono di ampliare il bagagliaio dai normali 450 litri di capienza fino a 800. Materiali e finiture di lusso impreziosiscono interni di impronta corsaiola: rispetto al modello precedente, il volante (con palette in fibra di carbonio per azionare manualmente il cambio robotizzato a sette marce) è di diametro un poco inferiore; il cruscotto è sempre dominato dal contagiri a fondo giallo, ma la plancia mostra, al centro, un nuovo schermo tattile di 10,25” in grado di visualizzare contemporaneamente contenuti diversi per pilota e passeggero (funzione Split View). A questo si aggiunge poi un secondo display, sulla destra della plancia, che mostra al passeggero dati (velocità, marcia inserita, giri-motore, accelerazione laterale in curva) utili a vivere ancor più in prima persona l’emozione di essere a bordo di questa macchina. Il sistema di trazione integrale 4RM, che già equipaggiava la FF, si è evoluto nell’attuale 4RM-S, che aggiunge le quattro ruote sterzanti gestite dall’elettronica: questa supercar (in grado di passare da 0 a 100 km/h in 3,4” e di raggiungere i 335 km/h) sa essere docile quando si va a spasso, ma si trasforma in una vera belva se si frustano i 689 CV del poderoso V12 di 6,3 litri (aspirato e a iniezione diretta di benzina), che proiettano in un batter d’occhio a velocità incompatibili con le strade aperte al traffico. Ma non è certo da meno la versione equipaggiata col V8 turbo della California T (con potenza portata a 609 CV) e la sola trazione posteriore: di una sessantina di kg più leggera della V12 e anch'essa dotata del sistema di sterzatura integrale, "paga" meno di 20 km/h di velocità massima e soltanto un decimo in più nello scatto da 0 a 100 km/h.

La Ferrari di serie più potente di tutti i tempi è anche una granturismo guidabile tutti i giorni: i suoi 799 cavalli sanno essere brutali o docili a seconda della posizione del manettino sul volante. In fatto di prestazioni, oltre a un poderoso V12 aspirato con condotti di aspirazione a lunghezza variabile (regolati elettroidraulicamente), la Ferrari 812 Superfast può contare su un rapidissimo cambio a doppia frizione. Tutti i sistemi interagiscono con l'elettronica: dal differenziale autobloccante e-Diff ai controlli di stabilità, passando per le quattro ruote sterzanti (soluzione ereditata dalla Ferrari F12Tdf) e per gli ammortizzatori "intelligenti". Al debutto per una Ferrari il servosterzo elettrico, a sua volta collegato al sistema che gestisce la stabilità della vettura, il cosiddetto SSC (Side Slip Angol Control) di quinta generazione. Particolarmente curata l'aerodinamica, con soluzioni ispirate al mondo delle Formula 1: nella parte frontale ci sono flap mobili che si aprono al crescere della velocità per modificare i flussi d'aria sotto il fondo della vettura. Al retrotreno, davanti al vistoso estrattore, sono invece delle alette comandate elettricamente a modificare il coefficiente di penetrazione aerodinamica. Anche l'elaborato design della carrozzeria è funzionale all'aerodinamica e alla gestione dei flussi d'aria in aspirazione e agli sfoghi di calore.

Berlinetta a due posti dalla linea mozzafiato, la Ferrari 488 sviluppa ed evolve profondamente i concetti della 458 Italia, modello del quale riprende alcuni spunti di stile e ricalca le dimensioni: è più lunga di un paio di centimetri e più larga di uno  (rispettivamente, le misure totali sono 459 e 195 cm), mentre l’altezza è la medesima (121 cm). Raffinatissima l’aerodinamica, che è di tipo attivo: grazie a elementi mobili, a seconda delle condizioni di guida viene privilegiato il coefficiente di penetrazione puro (così da ottenere le massime prestazioni velocistiche) oppure il carico aerodinamico (che favorisce l’aderenza): la guida è esaltante nei percorsi tortuosi e assolutamente precisa sul “veloce”, con un'aderenza infinirta. Vero elemento di svolta è il motore, un 3.9 V8 turbocompresso, che rompe la tradizione delle unità aspirate e innalza notevolmente l’asticella della potenza massima: al solito montato in posizione centrale (cioè alle spalle dell’abitacolo biposto), scarica sulle ruote posteriori ben 721 CV a 8000 giri. Complice il rapidissimo cambio robotizzato DCT a doppia frizione e sette marce, le prestazioni della Ferrari 488 Pista sono da supercar: “0-100” in 2,85 secondi, “0-200” in 7,6 e 340 km/h di punta. Nel raffinato abitacolo (i rivestimenti in pelle sono di serie) spicca il volante multifunzione, con paddle per la selezione sequenziale delle marce e i principali comandi nelle razze: fra questi, anche il manettino che consente di variare la taratura dell’elettronica di controllo.

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