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NOLEGGIO LUNGO TERMINE
Dacia
La storia della Dacia è la storia di un successo: quello di un marchio nato quasi mezzo secolo fa capace negli ultimi anni di sedurre tantissimi automobilisti, anche italiani (da noi le immatricolazioni del brand esteuropeo superano persino quelle dell’Alfa Romeo). Merito di prodotti “low-cost” ricchi di sostanza e di un legame con Renault attivo fin dagli esordi. Scopriamo insieme l’evoluzione del marchio romeno.
La Dacia nasce negli anni Sessanta in seguito alla decisione del governo romeno di realizzare un’auto per il popolo assemblando su licenza una vettura estera. Dopo diversi contatti con numerose Case europee viene firmato nel 1966 un accordo con la Renault: nello stesso anno nasce la società UAP (Uzina de Autoturisme Pitești) mentre nel 1968 vede la luce a Mioveni la prima fabbrica da cui esce la 1100 a trazione posteriore, nient’altro che una 8 rimarchiata dotata di un motore posteriore da 46 CV.
La Dacia moderna
Il periodo d’oro della Dacia inizia ufficialmente nel 2004 con il debutto della Logan, una compatta “low-cost” con la coda che viene venduta anche dalle nostre parti. Il boom delle immatricolazioni nel nostro Paese inizia però con l’arrivo della più versatile station wagon MCV, mostrata al Salone di Parigi del 2006.
La piccola Sandero vede la luce nel 2008 ma il modello che contribuisce più di tutti al successo della Casa romena è senza dubbio la SUV Duster mostrata al Salone di Ginevra del 2010: una Sport Utility a trazione anteriore o integrale che può vantare uno stile riuscito, contenuti di buon livello e un prezzo sensibilmente inferiore a quello delle rivali.
Gli ultimi anni
Gli anni Dieci del XXI secolo vedono altre novità interessanti firmate Dacia che contribuiscono ad ampliare la gamma del marchio esteuropeo: nel 2012 vedono la luce la monovolume Lodgy, la multispazio Dokker e la seconda generazione di Sandero e Logan. L’anno seguente tocca invece all’attesissimo restyling della Duster.
Logan MCV Stepway
Sandero
Dokker
L’utilitaria low cost Dacia Sandero è una cinque porte dalla linea semplice ma proporzionata, aggiornata a settembre 2016 soprattutto nella parte frontale. Le finiture dell’abitacolo sono economiche ma dignitose, soprattutto tenendo conto del prezzo che rimane allettante anche se si aggiungono alcuni accessori a pagamento. L’abitacolo è spazioso sia davanti sia dietro, dove si viaggia in tre senza problemi, e il bagagliaio è ampio e ben sfruttabile. La guida non è molto precisa, e in manovra il volante è duro da girare. Ma il comportamento in curva è affidabile; la gamma dei motori si basa su un 1.0 a tre cilindri da 73 CV o, a Gpl, da 101, e sul turbodiesel 1.5 dCi da 75 CV.
In questa versione Stepway, la wagon romena ricorda nell’aspetto le crossover, in maniera analoga alle Sandero, Lodgy e Dokker con identico allestimento. È caratterizzata da appendici sugli archi passaruota, dettagli a contrasto sui paraurti e assetto rialzato di 5 cm rispetto alla normale Logan MCV (raggiunge i 17,4 cm di luce a terra, quanto basta per migliorare sensibilmente la mobilità sullo sterrato). L’abitacolo riprende le novità introdotte nel 2016 per le altre Logan MCV: volante a quattro razze, plastiche migliori e tessuti rinnovati. Basata sulla versione Lauréate, la più ricca fra quelle previste per la Logan MCV, include nella dotazione la telecamera di parcheggio, il "clima" e l’impianto multimediale con schermo a sfioramento di 7 pollici. I motori previsti sono il tre cilindri turbo a benzina 0.9 TCe e il diesel 1.5 dCi.
La Dacia Dokker Stepway è una multispazio compatta che, grazie al passo generoso (281 cm, lo stesso della monovolume Lodgy) offre una notevole abitabilità; grazie al soffitto alto e alle estese superfici vetrate, gli interni sono ariosi. In allestimento Stepway strizza l’occhio al mondo delle crossover e delle suv: anche se l’assetto è quello delle versioni normali, ossia non rialzato, la vettura sfoggia profili protettivi in plastica nera che riparano la parte inferiore degli scudi e delle fiancate dal pietrisco proiettato dalle gomme quando si percorrono strade non asfaltate. Il motore è il valido 1.5 dCi diesel (95 CV), abbinato alla trazione anteriore. Al look “avventuroso” contribuiscono anche vari elementi con finitura alluminio, come le “slitte” alla base dei paraurti (anch’esse di ispirazione off-road ma, comunque, realizzate in plastica), le scocche dei retrovisori o le barre sul tetto, oltre ai cerchi in lega di 16”. Le porte posteriori di tipo scorrevole agevolano (anche quando si parcheggia in spazi angusti) l’accesso al divano, che può ospitare senza difficoltà tre persone ed è ripiegabile anche parzialmente per aumentare la capacità di carico (da 800 litri con tutti i posti in uso a 3000 litri ottenibili viaggiando in due). Le finiture della Dacia Dokker Stepway non sono ricercate, ma in rapporto al prezzo della vettura non possono essere definite deludenti: ad arricchire l’abitacolo troviamo pure i rivestimenti color carbone scuro con logo Stepway, il volante in pelle e il navigatore (nel sistema multimediale Media Nav con retrocamera).
Duster
Lodggy
Monovolume dalla linea semplice e gradevole, la Dacia Lodgy va bene per chi vuole una vettura spaziosa che non costi una fortuna: in soli 450 centimetri di lunghezza offre abitacolo molto spazioso (oltre che ricco di portaoggetti) e può anche essere dotata di due comodi strapuntini in terza fila (optional); con questi ultimi in uso, però, l’ampio baule si riduce da 826 a 207 litri, mentre ripiegandoli non scompaiono nel pavimento come nelle rivali bensì contro lo schienale del divano, restando quindi a vista e ingombrando un po’. Il comportamento stradale risente dello sterzo impreciso, ma la tenuta di strada è abbastanza buona e il comfort soddisfacente pure sullo sconnesso. I motori sono tutti moderni: il 1.3 turbo a benzina ha una buona spinta ai bassi e medi regimi e non ha un consumo esagerato. Ma gli unici motori abbinabili anche all’allestimento base (solo a cinque posti, con servosterzo e quattro airbag, ma col "clima" optional) sono i parchi 1.5 dCi turbodiesel, nelle varianti da 95 o 116 CV.
Come tutte le Dacia, anche la suv Duster punta sul favorevole rapporto dotazione/prezzo. Ma ha pure altre virtù, fra cui l'aspetto: gradevole e ricercato, con vistosi parafanghi bombati, trasmette una sensazione di solidità. L'attuale generazione ha una struttura che deriva da quelle precedenti, ma con profonde modifiche per incrementare la sicurezza. Per esempio, ora sono finalmente disponibili di serie gli airbag laterali a tendina (proteggono la testa anche di chi siede dietro) e si può avere il monitoraggio dell'angolo cieco nei retrovisori. Abbastanza spazioso (al pari del baule), l'abitacolo è rifinito con la semplicità che ci si aspetta da una vettura low-cost, ma non per questo si può dire trascurato. La Dacia Duster è disponibile sia in versione a trazione solo anteriore sia in quella 4x4. Quest'ultima ha buone doti in fuori strada e può superare anche tratti impegnativi. Oltre al cambio manuale, si può scegliere quello robotizzato a doppia frizione EDC: si tratta di un'unità moderna, morbida e piuttosto puntuale nei passaggi di marcia. Nella guida si apprezza il rinnovato sterzo (con servoassistenza elettrica al posto di quella idraulica), che vanta una buona precisione. La Dacia Duster non è un'auto sportiveggiante e nelle curve il rollio è avvertibile, tuttavia l'agilità non delude, e la guida non affatica; non del tutto soddisfacente, però, l'insonorizzazione. Fra i motori, i 1.5 a gasolio sono vispi, e soprattutto regolari e molto economi nei consumi. Validi i motori a benzina turbo: 1.0 (a tre cilindri, anche a Gpl) e 1.3.
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